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Cronaca

Sbarco a Pozzallo. Sei migranti morti di fame e sete su un barcone. La metà erano bambini

Sei migranti tra cui tre bambini, sono stati trovati morti a bordo di un barcone alla deriva assieme ad altre persone. Tutti sono arrivati ieri nel porto di Pozzallo,. Ne ha dato notizia  l’agenzia dell’Onu che si occupa dei richiedenti asilo. Le vittime – tra cui tre donne e  tre piccoli di un anno, due anni e 12 anni – sono probabilmente morte di fame e di sete.

Il gruppo di naufraghi, 26 in tutto, di nazionalità siriana o afghana, è stato soccorso da una vedetta della Guardia Costiera a circa 70 miglia a sud della coste siciliane di Portopalo: erano in mare da diversi giorni e molti di loro presentavano ustioni sul corpo. «L’agenzia dell’Onu – si legge in un comunicato – esprime profondo rammarico per l’ultima perdita di vite umane in mare e chiede il ripristino di un meccanismo di ricerca e soccorso rapido ed efficiente. Una tragica morte di sei siriani, tra cui due bambini piccoli e una donna anziana, avvenuta durante un viaggio disperato in mare per cercare sicurezza in Europa».

“Rafforzare il soccorso in mare — scrive  Chiara Cardoletti dell’agenzia Onu attualemnte a Pozzallo per aiutare i sopravvissuti-  l’unico modo per evitare queste tragedie.

Le operazioni di sbarco  sono state effettuate come programmato a Pozzallo con l’aiuto di autorità sanitarie, forze dell’ordine e organizzazioni umanitarie. Alcuni di loro hanno dovuto essere trasportate in ospedale perché in condizioni gravi dovute alla lunga permanenza in mare. L’operazione è stata condotta dalla motovedetta 325 della Guardia Costiera: in precedenza gli occupanti del barcone alla deriva erano stati salvati dal mercantile Arizona. Due donne, proprio a causa delle loro precarie condizioni erano state sbarcate il giorno prima  e portate in ospedale a Malta.

Il barcone era salpato circa due settimane fa dalle coste della Turchia: nel giro di pochi giorni sono finite le scarse dotazioni di cibo e poi anche quelle di acqua, tanto che alcuni naufraghi avrebbero poi bevuto quella del mare. Secondo le prime testimonianze raccolte a terra, il barcone avrebbe incrociato alcune navi, una di queste avrebbe lanciato una cassa di acqua ma i migranti non sono riusciti a recuperarla, nè la nave si preoccupò di portare a bordo i migranti in pericolo.

La disperata condizione in cui si trovavano il barcone e i suoi occupanti era dunque nota da giorni ma non sono partiti soccorsi tempestivi in seguito al Sos. Secondo l’agenzia Onu sono già 1.200 le persone morte o disperse nel 2022 mentre tentavano la traversata del Mediterraneo.

Altrettanto drammatica la testimonianza del sindaco di Pozzallo, Roberto Ammatuna, che ha assistito all’arrivo dei naufraghi in porto: «L’immagine terribile era paragonabile a quella dei sopravvissuti nei lager nazisti» ha raccontato. «È impressionante – prosegue Ammatuna – lo stato di disidratazione e debolezza di tutti i migranti che faticavano a mantenere la stazione eretta. Oltre al grave stato di disidratazione, si evidenziava anche un’eccessiva desquamazione cutanea da probabile esposizione al vento, al sole e al mare».

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