“Siamo i primi tra gli ultimi. E questo non ci permette di cantare vittoria”. E’ in sintesi il pensiero del Capogruppo Cinque stelle, Sergio Firrincieli, riferendosi alla classifica di ieri sulla qualità della vita redatta dal quotidiano economico Italia Oggi e che colloca il capoluogo ibleo all’84esimo posto, davanti agli altri centri isolani ma comunque sempre in fondo allo schieramento.
“Leggendo nel dettaglio i dati – sottolinea Firrincieli – notiamo che laddove si registrano degli elementi di premialità, gli stessi sono dovuti al tessuto sia produttivo che alle capacità della cittadinanza di eccellere in determinati ambiti mentre invece gli elementi di demerito, quelli che fanno scendere il territorio in basso verso la classifica, sono tutti da attribuire all’incapacità dell’amministrazione locale di sapere gestire la situazione con buone pratiche politiche.
Non dobbiamo dimenticare che qualche anno fa ci trovavamo in una posizione sicuramente migliore.
“ dati di cui stiamo parlando – prosegue Firrincieli – ci danno anche la cifra di quanto questa amministrazione abbia lavorato non bene perché se all’inizio del quinquennio la Giunta Cassì poteva contare su valori ancora interessanti, questi stessi erano riconducibili all’effetto scia degli ultimi anni dell’amministrazione Cinque Stelle quando i numeri erano sicuramente più positivi.
Ma a commentare questi ultimi dati anche lo stesso sindaco Cassì che si chiede come possa mai essere che puntualmente, anno dopo anno e praticamente da sempre, le città e le province meridionali si trovino ad occupare la parte bassa di tutte le classifiche? Sarà che tutti gli amministratori meridionali, da decenni a questa parte, siano meno capaci di quelli del nord Italia? O esistono piuttosto – si domanda ancora Cassì – croniche condizioni strutturali di oggettivo svantaggio di una parte dell’Italia rispetto all’altra?
Io ritengo – continua il primo cittadino – che emergere nel contesto meridionale, o in quello regionale, sia un merito da condividere con tutta la comunità ragusana, ma che ciò non possa bastare per ritenerci soddisfatti.
È indubbio che occorra mettere in campo una strategia politica per il sud che non sia solo assistenzialismo, che non sia mera distribuzione di risorse, ma che guardi a sfruttare al meglio le enormi potenzialità del nostro territorio. In primo luogo sono indifferibili politiche di contrasto del fenomeno dell’emigrazione giovanile, che svuota regioni intere di competenze, freschezza, energie, forza lavoro, risorse economiche.
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