Una udienza fiume, iniziata ieri alle 10 e finita intorno alle 17 quella per la convalida del fermo dei fratelli sciclitani Mauro e Roberto Gesso, di 43 e 50 anni che sabato hanno sparato a padre e figlio colpendoli al volto e nella parte superiore dei corpi con un fucile a canne mozze caricato a pallini. Due le vittime dell’agguato che si è consumato a Scicli e per il quale i due fratelli sono indagati per duplice tentato omicidio. Si tratta di padre e figlio anche loro di Scicli; il figlio rischia di perdere un occhio, mentre le condizioni del padre non sono preoccupanti. Dopo essere state colpite, le vittime sono fuggite in auto, dalla quale non erano mai scese, recandosi alla caserma dei carabinieri alla Tenenza di Scicli, mentre i fratelli Gesso si sono dati alla fuga finché, grazie alle attività di indagine avviata immediatamente dai militari dell’Arma, sono stati bloccati a Sala Consilina.
Secondo quanto apprende l’AGI dal legale dei due fratelli, l’avvocato Alessio Malvaso, i due che attualmente sono in custodia cautelare al carcere di Potenza, sono comparsi davanti al Gip del Tribunale di Lagonegro, e hanno risposto alle domande. Roberto Gesso si sarebbe assunto la responsabilità di avere materialmente sparato. Il movente risiederebbe in una vendetta per un pestaggio subìto qualche mese fa, che avrebbe avuto come protagonista una delle vittime, il figlio, che assieme ad altre persone lo aveva ridotto in fin di vita tanto che era stato ricoverato in prognosi riservata, per quasi un mese. Il pubblico ministero ha chiesto la convalida e il mantenimento della custodia cautelare in carcere mentre la difesa ha chiesto che vengano concessi gli arresti domiciliari. I due sono entrambi indagati oltre che per duplice tentato omicidio aggravato dalla premeditazione e dai futili motivi, anche per la ricettazione e la detenzione abusiva d’arma. Il giudice si è riservato. (AGI)
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