Penultima provincia in Italia, ovviamente ultima in Sicilia, ma soprattutto una delle 10 realtà territoriali italiane con il segno meno nelle stime 2024.
Questo il dato relativo a Ragusa, consegnato da un apposito studio della Cgia di Mestre sul valore aggiunto reale, ovvero il Pil adattato ai territori.
Nonostante il dato positivo rispetto ai livelli pre-Covid, con un aumento del 3,53 per cento, è appunto l’anno in corso, o meglio le stime, a preoccupare per il dato ibleo.
Specie se si guarda, ad esempio, alla prima provincia siciliana, Palermo, che registra un incremento di 0,48%, contro, appunto, il calo ibleo, con un meno 0,14%, secondo solo a Vibo Valentia, che registra una contrazione di -0,23%.
Anche nel 2024, secondo lo studio della Cgia, la Lombardia, l’Emilia Romagna e il Veneto saranno le regioni che traineranno il Pil reale nazionale che, stando ai principali istituti di statistica, dovrebbe attestarsi attorno al +0,7 per cento, contro il +0,1 per cento della Germania, il +0,7 per cento della Francia e il +2,1 per cento della Spagna.
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Tornando ai dati di casa nostra, le previsioni di crescita elaborate dall’Ufficio studi della CGIA su dati Prometeia ci dicono che in Lombardia la stima di crescita per l’anno in corso dovrebbe essere dello 0,95 per cento, in Emilia Romagna dello 0,86 per cento e in Veneto dello 0,80 per cento.
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