Scadeva lo scorso 31 luglio la quinta rata della Rottamazione quater, la cui proroga al 15 settembre è stata comunicata alla stampa dal Mef.
“Questa volta – spiega Rosa Anna Paolino, presidente dell’Associazione nazionale commercialisti di Ragusa – il problema è che non solo la proroga è arrivata praticamente a meno di 24 ore dalla scadenza, ma si tratta di un provvedimento che, nonostante coinvolga milioni di cittadini contribuenti ed imprese, è rimasto per un po’ privo di un atto che ne sancisse ufficialmente l’entrata in vigore”.
Sicuramente lo slittamento del termine è da ritenersi positivo, ciò anche in considerazione dell’importante carico fiscale di questo periodo, l’ultimo intervento che il governo ha varato in materia di definizione agevolata appare, tuttavia, carente e destinato a limitare l’efficacia della misura nel suo complesso.
“In primo luogo – ancora Paolino, riprendendo gli orientamenti dei vertici nazionali di Anc – come la nostra associazione ha ribadito numerose volte, sarebbe assolutamente necessario che fosse introdotta la remissione in bonis per tutte le rate scadute della rottamazione quater, rate le cui scadenze, come abbiamo avuto modo di evidenziare più volte, erano troppo ravvicinate ed eccessivamente onerose rispetto al piano di ammortamento”.
Permettere, inoltre, ai contribuenti, che hanno omesso il versamento di una o più rate delle prime 4 o semplicemente le hanno pagate oltre i termini previsti, di non decadere dai benefici della definizione agevolata sarebbe nell’interesse stesso dell’Erario, considerato che in caso di decadenza per molti di loro si prospetterebbe il fallimento con la conseguenza di veder vanificate le previsioni di recupero del gettito.
Inoltre, non risulta prevista, contrariamente alle indiscrezioni di questi giorni, la possibilità di una rottamazione quinquies che permetterebbe ai contribuenti di regolarizzare tutte quelle cartelle notificate successivamente ai termini di adesione alla definizione agevolata della rottamazione quater, con l’opportunità quindi di dilazionare il pagamento delle ulteriori somme dovute.
“Per questo – conclude Paolino – ci auguriamo che il governo intervenga per quanto riguarda sia la remissione in bonis sia la possibilità di un provvedimento per una nuova definizione agevolata in mancanza del quale la situazione diverrebbe irreversibile per molti contribuenti”.
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