Lunedì, con 18 voti favorevoli su 18, il Consiglio comunale ha approvato una mozione che prevede l’istituzione del Registro comunale di genere e l’istituzione della carriera alias per i dipendenti comunali. Una mozione sottoscritta congiuntamente da tutti i capigruppo.
“Prima di entrare nelle valutazioni politiche – afferma l’assessore al personale, Catia Pasta – credo sia importante far comprendere di cosa si tratta: con la prossima istituzione di questi due strumenti, cittadini e dipendenti comunali che non si riconoscono nel genere di nascita potranno usufruire di un profilo temporaneo, con il nome da loro scelto (alias) anziché con quello anagrafico, per ottenere documenti di competenza comunale senza valore legale (es. abbonamento bus, tessera biblioteca, badge identificativo, credenziali di posta elettronica ecc..).
Un modo per attenuare i pesanti disagi che si possono vivere in attesa che il lungo e complesso procedimento per la rettifica del genere sui documenti anagrafici sia compiuto.
La mozione era stata presentata lo scorso 26 luglio dai consiglieri PD Peppe Calabrese e Mario Chiavola, ed era stata sospesa per approfondirne i contenuti e perché il testo presentava delle lacune.
Quello dell’attivazione delle carriere alias per i dipendenti e le dipendenti che ne fanno richiesta è infatti già ora un obbligo di legge per tutti i Comuni, che negli scorsi mesi, in collaborazione con l’assessora Elvira Adamo e con il consigliere Marco Antoci, abbiamo approfondito anche attivando un proficuo confronto con dirigenti e funzionari del Comune di Milano, che ha già avviato il medesimo percorso”.
“A seguito di questi confronti e dei necessari approfondimenti – prosegue l’assessore alle Politiche per l’inclusione, Elvira Adamo – il testo della mozione è stato quindi modificato, le modifiche sono state sottoposte ai consiglieri PD e la proposta, che non era più la mozione originale ma il risultato di un impegno corale e serio, è stata presentata in aula trovando approvazione unanime.
Da un punto di vista prettamente politico, sarebbe stato più semplice proporre la bocciatura della mozione Pd e poi, alla prima richiesta di un o una dipendente, limitarsi ad applicare la normativa già esistente. Sarebbe stato semplice, ma non sarebbe stato etico.
Abbiamo invece deciso di lavorare per modificare la mozione del Pd e invitare l’intero Consiglio Comunale a farla sua. Siamo infatti convinti che il Consiglio non debba essere un luogo di rivendicazione politica ma il fondamentale anello tra Amministrazione e cittadinanza, divenendo quindi portavoce di strumenti come questi che possono concretamente migliorare la vita di minoranze spesso silenziose.
Abbiamo voluto ricostruire il percorso di questi mesi non solo per riportare la realtà dei fatti, ma soprattutto per ringraziare tutti coloro i quali, dai funzionari a tutti i consiglieri, hanno dato il loro contributo a dotare Ragusa di strumenti che non possono avere bandiere politiche semplicemente perché appartengono a tutti.”
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