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Ragusa. Chiusura Versalis, Cgil: “mobilitiamoci”

“Un piano industriale, quello dell’Eni, dove viene confermato quello che già era nell’aria, ovvero la dismissione della chimica di base che colpisce gli stabilimenti siciliani compreso Versalis a Ragusa. Più che piano industriale è un piano di dismissione e disimpegno dove è apparso in maniera purtroppo chiara l’inesistenza di un progetto di trasformazione . Non c’è prospettiva di sviluppo ne è una chiara volontà di mettere investimenti concreti per la riconversione”.

Così Peppe Scifo, segretario generale Cgil Ragusa, commenta la notizia che sta agitando l’economia e la comunità iblea.

“La chiusura di Versalis significa per Ragusa una drastica riduzione del perimetro industriale con gravi ricadute occupazionali ed economiche. A rischio tutti i posti di lavoro del sito, soprattutto quelli dell’indotto che perderanno immediatamente il lavoro nel momento in cui sarà fermato l’impianto come annunciato da Eni. Questa dell’Eni è una tappa drammatica dentro il percorso di deindustrializzazione che sta attraversando l’Italia. A pesare ancora di più c’è l’assenza di un ruolo del Governo che sta alla finestra a guardare questi processi. Compreso quello regionale che in assenza di una visione strategica sull’industria nell’isola rimane immobile ed assistere passivamente alla desertificazione produttiva. Per questo è stato già proclamato lo stato di agitazione dei lavoratori dei siti Eni sia del diretto che nell’indotto. Anche a Ragusa avvieremo una mobilitazione per dire no alla dismissione di Eni e per chiedere un vero piano industriale di riconversione che non può e non deve prevedere primo, secondo e terzo tempo, ma chiarezza e concretezza affinché nessun posto di lavoro venga perduto”.

Da segnalare anche l’intervento del coordinamento cittadino di Fratelli d’Italia. “Il grido d’allarme che raccogliamo dai 120 dipendenti del diretto, per non parlare del numero imprecisato di operatori interessati nell’indotto, ma che si aggirano di certo a oltre un migliaio di unità se pensiamo a tutta la filiera interessata – afferma il coordinatore cittadino di FdI, Luca Poidomani – ci spinge a invocare una forte presa di posizione da parte del territorio affinché tutti assieme, rappresentanti delle istituzioni, della politica e della società civile, si riesca ad avviare un percorso di confronto con i vertici dell’Eni per capire quale sarà il destino riservato all’area iblea e, in particolare, alla nostra città”.

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