Quindicesimo posto a livello nazionale, con 3.146 imprenditori immigrati registrati nel 2023 contro i 2.273 di 10 anni prima e un incremento del 38,4% complessivo.
In Sicilia, seconda solo a Trapani, che si trova al quarto posto con il 54,9% di incremento complessivo.
Questo il dato, relativo al territorio ibleo, nell’elaborazione della Cgia di Mestre, legata proprio all’imprenditoria straniera.
Ancora più interessante il saldo tra imprenditori stranieri e italiani, che vede una maggioranza di nuovi imprenditori stranieri rispetto agli italiani, con uno scarto di oltre 250 unità.
“Ad avviare un’attività imprenditoriale in Italia sono rimasti solo gli stranieri. – spiega la Cgia – O quasi. Negli ultimi 10 anni le imprese attive guidate da titolari nati all’estero sono aumentate del 29,5 per cento (in valore assoluto pari a +133.734), quelle in cui a capo c’è un italiano, invece, sono scese del 4,7 per cento (- 222.241).
Delle 5.097.617 aziende attive presenti in Italia, ben 586.584 (pari all’11,5 per cento del totale nazionale) sono a conduzione straniera.
Certo, il trend demografico registrato in questi ultimi anni nel nostro Paese ha sicuramente condizionato questi risultati. Tuttavia, tra tasse, burocrazia, caro-bollette, costo degli affitti e un senso perenne di precarietà che attanaglia la vita di tantissime partite Iva hanno smorzato in molti italiani la voglia di affermarsi nel mondo del lavoro attraverso l’autoimprenditorialità.
Occasione, invece, che gli stranieri non si stanno lasciando scappare. Basta girare per le nostre città – conclude la Cgia di Mestre – e ci accorgiamo ormai che diversi bazar, parecchi banchi dei mercati rionali, tanti negozi di alimentari, molte botteghe di frutta/verdura, altrettanti bar e ristoranti sono a conduzione straniera”.
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