La sentenza del Tar che respinge i ricorsi dell’Acif contro la Regione Siciliana, il Comune di Scicli, Legambiente Sicilia Onlus e altre parti sull’annullamento dell’autorizzazione e sui fabbricati abusivi, chiude una delle vicende più contorte degli ultimi decenni che si intreccia con l’anomalo scioglimento per mafia del Comune di Scicli, avvenuto il 29 aprile del 2015, con gli interessi legati al petrolio e alle piattaforme di rifiuti tanto care al cosiddetto sistema Montante. Il fallimento dell’Acif è un successo della comunità. Se il progetto è stato accantonato anzitempo è stato anche grazie alla grande mobilitazione cittadina che ha raggiunto il culmine il 6 maggio 2016, quando migliaia di cittadini scesero in strada per dire no al mega impianto per il trattamento di rifiuti pericolosi con capacità annua di 200mila tonnellate (qui uno speciale realizzato allora da Canale 74). Tante, come detto, le anomalie di un processo che ha avuto un’accelerazione con l’arrivo dei commissari straordinari colti di sorpresa quando il 5 aprile del 2016, all’Ars – argomento Truncafila- , Il deputato Giorgio Assenza tirò fuori l’argomento Acif e il commissario D’Erba, intervistato dal sottoscritto all’uscita dalla Commissione, sembrò non conoscere per nulla l’argomento. Dopo però si scoprirà che il tema era ben noto, eccome…. Raccontare tutti i sospetti e le anomalie in un solo articolo non è possibile (qui potete leggere una dettagliata cronistoria a puntate da me realizzata anche con contributi video), ma alcune cose vanno ricordate proprio perché eclatanti. A partire dalle controdeduzioni presentate dall’azienda al no della giunta Susino e del Consiglio Comunale, nascoste negli uffici e mai arrivate sulla scrivania del sindaco e ancora i verbali delle Conferenze di Servizio inviate a Modica anzichè a Scicli. E poi la prima revoca in autotutela firmata dall’allora assessore regionale Vania Contraffatto e bocciata dal TAR perché l’atto era viziato dalla mancanza della data. Cioè alti e specializzati e strapagati funzionari che cadono in un errore così banale. E si potrebbe continuare ancora. Il Dato è che oggi, a distanza di quasi 10 anni, il TAR si è espresso con una sentenza che di fatto dà ragione alle tante perplessità e scongiura la nascita di un mega-impianto che, con la vocazione del territorio di Scicli, non avrebbe avuto nulla a che fare.