Da oggi in Sicilia entra in vigore una stretta sui beni che i familiari possono inviare o consegnare ai detenuti. La misura, voluta dal Provveditorato regionale, vieta l’invio di numerosi generi alimentari come farine, lieviti, salumi e formaggi sottovuoto, oltre a capi di abbigliamento di lusso. L’obiettivo dichiarato è garantire equità tra i detenuti ed evitare l’introduzione di beni difficili da controllare per motivi di sicurezza.
La decisione ha però scatenato proteste in diversi istituti penitenziari, tra cui il carcere di Cavadonna a Siracusa, dove i detenuti hanno espresso il loro dissenso con una protesta collettiva. Secondo il Provveditore Maurizio Veneziano, le restrizioni mirano a ridurre disuguaglianze tra i reclusi e a mantenere ordine e sicurezza, ma le critiche non mancano.
I familiari e alcune associazioni hanno sollevato dubbi sul provvedimento, considerandolo punitivo e lesivo dei diritti dei detenuti. Per ora, rimane il limite massimo di quattro pacchi al mese per detenuto, con un peso complessivo di 20 kg. Tuttavia, l’applicazione della nuova normativa sarà determinante per capire l’impatto reale sulle condizioni di vita all’interno delle carceri.
