Tutti gli indagati dell’operazione antimafia “Fenice”, condotta tra il 2016 e il 2023 nelle province di Ragusa e Catania, sono stati rinviati a giudizio dal gip di Catania. L’operazione, avvenuta nel giugno 2024, è stata coordinata dalla DDA con indagini dei carabinieri di Ragusa e della Guardia di Finanza di Catania. Il processo inizierà l’8 aprile davanti al Tribunale di Ragusa. Sedici persone sono state arrestate, una trentina di indagati totali, per presunti reati legati a Cosa Nostra a Vittoria e in provincia di Ragusa.
Secondo l’accusa, Emanuele Greco, ai domiciliari dal 2021, avrebbe usato la sua casa come base per incontri con affiliati, consolidando il controllo sull’organizzazione mafiosa e sul settore degli imballaggi ortofrutticoli. Gaetano Valenti avrebbe gestito temporaneamente l’organizzazione durante la detenzione di Greco. Il sodalizio avrebbe esteso il suo potere e controllo territoriale, con collegamenti accertati con clan mafiosi come Santapaola-Ercolano, Nardo e Rinzivillo. Nuccio e Alberto Greco avrebbero collaborato con il padre Emanuele nella gestione degli affari nel settore degli imballaggi, sfruttando il carisma criminale per influenzare la concorrenza. Avrebbero bypassato il sequestro di beni da 35 milioni di euro, mantenendo il controllo dell’azienda di famiglia, «Vittoria Pack srl». Alcune imprese nel settore dei prodotti petroliferi avrebbero sfruttato le relazioni di Emanuele Greco per ottenere carburante di provenienza illecita, aumentando i propri profitti grazie a prezzi competitivi. Queste aziende, in cambio, avrebbero sostenuto il programma criminoso dell’associazione mafiosa, contribuendo al suo rafforzamento e alla sua operatività. L’arresto di Gaetano Valenti ad aprile 2021 ha rivelato il coinvolgimento del gruppo mafioso nei settori degli stupefacenti, delle armi e delle estorsioni. Il gruppo avrebbe usato intimidazioni verso pregiudicati per riscuotere debiti legati alla droga, confermando la sua influenza sul territorio. Inoltre, sono stati monitorati piani di azioni violente, poi sventati grazie all’intervento tempestivo degli inquirenti, evitando episodi di sangue.
