Un quadro psicologico complesso che probabilmente cela un rapporto morboso madre-figlio. Quello che è successo a Comiso, con l’anziana mummificata tenuta nella camera da letto per quasi due anni dal figlio, nasconde delle dinamiche che vanno oltre il fatto di volersi accaparrare i soldi della pensione. Giuseppe, l’infermiere da tutti definito come una persona equilibrata, impegnata in battaglie per i diritti, parlava costantemente della mamma Maria Melilli, anche senza che gli venisse chiesto. E lo faceva – secondo quando dicono alcuni conoscenti- con dovizia di particolari. Spiegando ad esempio che fosse ricoverata in quel reparto di ospedale, che si stava riprendendo dopo un periodo di malattia e così via. Pare che i due, insomma, fossero troppo legati e probabilmente Giuseppe non ha accettato la morte della mamma. Strano poi anche il fatto che l’infermiere abbia chiesto l’intervento dei vicini che poi hanno chiamato la polizia perché insospettito da rumori provenienti dalla casa. Un gesto che sembra più una richiesta d’aiuto, un volersi liberare da quel peso che aveva sulla coscienza. L’uomo oggi è indagato per truffa aggravata e occultamente di cadavere, ma è a piede libero-
