Erano all’incirca le ore 20 del 12 maggio del 2024 quando il corpo senza vita del 40enne Peppe Ottaviano è stato rivenuto all’interno della camera da letto della casa di Via Manenti, nel centro storico di Scicli, a pochi passi da Piazza Italia. Era domenica. A far scattare l’allarme il parcheggio insolito della sua auto che già dal sabato sera è stata lasciata all’ingresso della via ostruendone il passaggio, tanto che l’indomani gli agenti della polizia locale sono intervenuti sul posto e, dopo diversi vani tentativi di rintracciare Ottaviano hanno chiesto l’intervento del carro attrezzi. E’ stato quell’episodio ad allarmare i parenti che hanno così chiesto l’intervento delle forze dell’ordine. Una volta entrati in casa i carabinieri hanno trovato il corpo del 40enne riverso a terra, vicino al letto, con due ferite alla testa, il setto nasale fratturato, diversi traumi alle costole e al cranio. Dalle notizie trapelate poco dopo il rinvenimento del corpo, notizie che parlavano di impronte evidenti di sangue in casa, si aveva l’impressione di una rapida risoluzione del caso, invece, a quanto pare, le indagini, si stanno rivelando complesse. I vertici dell’arma confermano che le indagini ma sulle stesse mantengono il massimo riserbo. Dal giorno del ritrovamento del cadavere gli inquirenti scavano nella vita del 40enne. Laureatosi in legge, Peppe sognava di diventare un Notaio, aveva frequentato i 18 mesi di praticantato e, per due anni, la scuola notarile di Napoli, ma poi le cose sono andate diversamente. Peppe lavorava come host per due strutture e viveva in via Manenti con la mamma. Aveva tantissime conoscenze in tutti i vari ambienti sciclitani. Quel che è successo in quella casa tra l’11 e il 12 maggio rimane ancora un mistero, ma sono tante le cose che non tornano e gli interrogativi
