Un incidente probatorio chiarirà la natura delle lesioni riportate dal bambino di cinque anni finito in ospedale il 4 febbraio per via di fratture multiple riportate agli arti per le quali è stato accusato il padre, uno sciclitano di 39 anni, arrestato lo scorso 22 febbraio.
La decisione è stata presa dal sostituto procuratore Gaetano Scollo, che sta coordinando le indagini condotte dai carabinieri. Al piccolo, portato al pronto soccorso di Modica a seguito della chiamata della madre, i medici trovarono tumefazioni al volto, mentre le braccia e la gamba sinistra erano fratturate.
La madre in un primo momento avrebbe riferito ai medici che le lesioni riportate dal piccolo erano dovute ad una caduta dal letto. Tuttavia, quando interrogata dai carabinieri, ha accusato il padre biologico. Secondo gli inquirenti l’uomo avrebbe scatenato la propria frustrazione sul piccolo a seguito di una richiesta di chiarimento con la madre. A confermare i tratti violenti dell’indagato sono il nonno materno del bambino, che in passato aveva invitato a denunciare, dopo aver notato grandi ematomi sul corpo della figlia. Anche l’ex compagna dell’uomo ha dichiarato di aver subito botte e violenze per anni. Insomma siamo in presenza di un presunto caso di reiterata violenza domestica, un fenomeno spesso sottovalutato dalle stesse vittime. All’interrogatorio di garanzia l’uomo, difeso dall’avvocato Rinaldo Occhipinti, ha attribuito le lesioni al fatto di averlo stretto a sé nel tentativo di calmarlo, non rendendosi conto della forza che esercitava. A confermare questo suo modo di agire la sorella, che spiega come fosse nella sua indole non riuscire a contenersi nelle manifestazioni di gioia, stringendo a sé fino a far male anche lei, nel maldestro tentativo di abbracciarla. Tuttavia, spiega la sorella, non erano dei gesti violenti, e quando si rendeva conto manifestava sensi di colpa. La sorella dunque non crede che possa aver esercitato violenza, o che le tumefazioni al volto siano state causate dal fratello. I familiari dell’uomo avrebbero manifestato dubbi sulle capacità cognitive del figlio. L’avvocato Rinaldo Occhipinti ora pare voglia chiedere una perizia sulle eventuali condizioni patologiche del piccolo. Risulterebbe che la pediatra del bambino avesse prescritto in passato degli approfondimenti specialistici ma che non ne abbia avuto riscontro. Abbiamo chiesto all’avvocato un chiarimento rispetto a questa ipotesi, la cui pertinenza rispetto al caso appare a tratti oscura. Rimane dunque fondamentale attendere l’esito delle indagini e dell’incidente probatorio per fare piena luce su quanto accaduto. Allo stesso tempo, il caso solleva interrogativi importanti sulla necessità di strumenti efficaci per riconoscere e prevenire situazioni di disagio familiare, garantendo protezione alle vittime.
Nel video le interviste a Melania Carrubba (Casa delle Donne) e all’avvocato Rinaldo Occhipinti
