Nella convinzione che l’esclusione sociale si debba contrastare attraverso forti sinergie tra pubblico e
privato, ad Ispica è stata di recente attivata una rete di solidarietà rivolta all’indigenza alimentare.
Fulcro delle attività è l’Associazione “Mecca Melchita” di Ragusa, forte della sua trentennale attività nella distribuzione alimentare realizzata nell’ambito del Programma Operativo del Fondo di aiuti europei agliindigenti (FEAD).
L’Associazione, a seguito della partecipazione ad un bando emanato dall’Assessorato Regionale della
famiglia, delle Politiche Sociali e del Lavoro, ha ottenuto delle somme per l’erogazione di interventi in
favore di singole persone e nuclei familiari in condizioni di particolare disagio socio-economico, di
marginalità ed esclusione sociale.
In seguito l’Associazione ha messo generosamente a disposizione parte di queste somme per
l’organizzazione e la gestione di una rete di distribuzione di beni alimentari anche per altri Comuni della provincia, tra cui Ispica, che riceverà forniture di beni alimentari per le famiglie ivi residenti ed in condizioni di disagio.
“La sinergia creatasi non deve essere solo un progetto che nasce e muore in un arco temporale di pochi
mesi, ma il pretesto per costruire un circolo virtuoso sul tema della solidarietà sociale e dello spreco
alimentare, non solo nel Comune di Ispica ma anche nel resto della provincia”, commenta il Sindaco on.
Innocenzo Leontini. L’Assessora Iuliana Schuller, con deleghe alle politiche sociali e al volontariato, proietta sul lungo termine questa esperienza. “Oltre a questa attività la rete si occuperà di raccogliere presso i comparti dell’Industria e della Grande Distribuzione Organizzata (GDO) quelle derrate alimentari non più commerciabili (scadenza ravvicinata, confezioni danneggiate o errate, eccedenze di magazzino, ecc) ma ancora commestibili, e provvederà a distribuirle a persone bisognose o in difficoltà”.
“La sfida appena intrapresa sul territorio ispicese”, sottolinea la progettista dott.ssa Natalia Carpanzano
“rappresenta senza dubbio un ottimo esempio di sussidiarietà verticale, in cui l’Istituzione pubblica ed il
privato sociale lavorano sinergicamente per rispondere ai bisogni concreti di persone e famiglie in
difficoltà”.
