Un confronto diretto, tanto atteso quanto necessario, quello che si è svolto tra la Presidente del Libero Consorzio di Ragusa, Maria Rita Schembari, e le parti sociali per fare il punto sul futuro dell’aeroporto di Comiso e, più in generale, sul sistema infrastrutturale della provincia. Un’occasione cruciale per rimettere al centro il dibattito sulle politiche di sviluppo del territorio ibleo e sulle scelte che le istituzioni locali devono assumere per colmare quel divario che da troppo tempo penalizza il sud-est siciliano. La Cgil ha ribadito con forza la propria posizione: “È stato un momento di confronto utile – ha dichiarato il segretario provinciale Giuseppe Roccuzzo – perché c’era bisogno di ristabilire un filo diretto tra istituzione politica provinciale e attori sociali. L’aeroporto di Comiso non può restare ostaggio delle lentezze, dei ritardi, delle gestioni distratte. La Presidente Schembari, oggi anche sindaco della città che ospita lo scalo, ha il compito e la responsabilità di guidare una svolta”. Durante l’incontro, è stato fatto il punto sui bandi in corso per incentivare le compagnie aeree – promossi dalla Camera di Commercio e dallo stesso Libero Consorzio – e si è appreso che è imminente l’uscita di un secondo avviso. Ma le criticità restano. Troppe. A partire dai collegamenti viari: “L’aeroporto di Comiso è oggi penalizzato da infrastrutture inadeguate che non lo mettono in connessione né con la fascia sud della provincia né con i territori limitrofi. Eppure – sottolinea la Cgil – questo scalo ha una vocazione naturale interprovinciale, regionale. È un asset del sud-est siciliano. Deve servire il Calatino, Siracusa, Caltanissetta, il basso Agrigentino e Ragusa”. Il sindacato rilancia la proposta di un nuovo modello di governance: “Se chi oggi gestisce Comiso è troppo preso dal coordinare un aeroporto più grande, come quello di Catania, allora si valuti l’ingresso di nuovi soggetti. La Regione Siciliana? Perché no. Non è il momento dei tabù, ma delle soluzioni concrete. E non possiamo escludere neanche la revisione dell’attuale assetto gestionale se questo dovesse rivelarsi inefficace”. Il tema del rilancio dell’aeroporto di Comiso e, più in generale, dell’intero sistema infrastrutturale della provincia di Ragusa, era stato al centro anche dell’intervento del segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, durante la recente tappa modicana della campagna referendaria del sindacato per il referendum dell’8 e 9 Giugno. Abbiamo di fronte una provincia dalle potenzialità immense – aveva detto Landini – ma che resta sempre ai margini, geograficamente e politicamente. È il momento di fare sistema, a tutti i livelli. Non si può più pensare che ogni provincia o regione risolva da sola i propri problemi. In un mondo globale, in cui si compete con giganti come Cina e India, serve una strategia nazionale ed europea”. Un j’accuse, quello del leader della Cgil, che punta il dito anche sulla gestione del PNRR: “Stiamo rischiando di non saper spendere quei fondi. E se mancano le competenze negli enti locali, se gli uffici tecnici sono sguarniti, allora bisogna investire anche qui. In capitale umano, nella qualità del lavoro e nella progettualità. Le infrastrutture non sono solo ponti o strade: sono l’ossatura dello sviluppo sostenibile”. Il sindacato, promotore del confronto istituzionale, si fa dunque portavoce della necessità di “un grande patto per Comiso”, che metta attorno a un tavolo istituzioni, forze politiche, categorie produttive e sindacati. “Non possiamo permetterci che Comiso resti una cattedrale nel deserto – afferma la Cgil – e non possiamo continuare a misurare il tempo con i bandi e i proclami. Serve un piano strutturato, una visione condivisa e soprattutto l’umiltà di ammettere che qualcosa non ha funzionato”. In conclusione, la Cgil rilancia una proposta: “Riapriamo il tavolo permanente avviato lo scorso novembre. Facciamolo diventare uno spazio operativo. La Presidente Schembari si è detta disponibile: ora sta a tutti noi trasformare quella disponibilità in risultati concreti. I cittadini della provincia di Ragusa non aspettano altro”.
