Omissione di soccorso. È il reato che ha portato alla condanna di Angelo Ventura e Alfredo Sortino (quest’ultimo condannato anche per violazione della sorveglianza speciale) per la morte dei cuginetti Alessio e Simone D’Antonio uccisi da un SUV l’11 luglio del 2019 a Vittoria. I due condannati si trovavano all’interno del SUV guidato Rosario Greco, pregiudicato, figlio di Elio conosciuto come il «re» degli imballaggi del mercato di Vittoria, finito in passato al centro di inchieste giudiziarie e sequestri. I due cuginetti giocavano davanti l’uscio di casa, in una stradina molto stretta, quando il SUV arrivò ad alta velocità travolgendoli. A differenza di Ventura e Sortino, Greco non scappò e fu arrestato. Aveva una mazza da baseball dentro il SUV e, secondo una sentenza del 2020, era sotto effetto di alcol e droga. La Corte di Cassazione ha annullato la prima sentenza della Corte d’Appello di Catania che aveva confermato la condanna di primo grado a 9 anni per duplice omicidio stradale. L’annullamento è avvenuto per via di motivazioni ritenute non adeguate in merito ad una richiesta di perizia psichiatrica avanzata dalla difesa. Al momento si trova ai domiciliari. Ritornando invece a Ventura e Sortino entrambi sono stati condannati a 8 mesi di reclusione per omissione di soccorso. A Sortino sono stati aggiunti ulteriori 3 mesi di arresto per la violazione della sorveglianza speciale. La richiesta del pubblico ministero Concetta Vindigni era stata di 10 mesi per l’omissione di soccorso per entrambi e un anno per Sortino per la violazione della sorveglianza. L’avvocato difensore Italo Alia aveva invece chiesto l’assoluzione degli imputati, sostenendo che il fatto non sussiste o non costituisce reato. Il Giudice Unico del Tribunale di Ragusa, Gemma Occhipinti, ha accolto come parti civili il Comune di Vittoria, rappresentato dall’avvocato Lucia Sidoti, e i familiari delle vittime, assistiti dagli avvocati Enrico Cultrone e Daniele Scrofani.
Alessio e Simone oggi avrebbero 17 anni.
