Costretto a difendersi dal fuoco amico più che da quello delle opposizioni. È la critica situazione in cui si sta trovando il sindaco di Scicli Mario Marino, praticamente scaricato da tutta la maggioranza. Una faida interna che parte da lontano ma che nelle ultime settimane si è fatta sempre più pesante e pericolosa. Con un documento che ha come prima firmataria la presidente del consiglio comunale, Desiree Ficili, e sottoscritto anche dai consiglieri Giuseppe Arrabito, Lorenzo Bonincontro, Giuseppe Puglisi e Stefania Muriana si chiede al sindaco una sterzata: non più proclami ma fatti concreti. Sentiamo- si legge nel documento- il dovere di esprimere pubblicamente il nostro profondo disagio per l’attuale gestione amministrativa e politica della città. Dopo tre anni di mandato, constatiamo con rammarico che molti punti del programma elettorale condiviso non hanno trovato attuazione concreta. La mancanza di una visione politica strategica (vedi, anche, la pessima gestione delle elezioni provinciali) e la consequenziale mancanza di una pianificazione a lungo termine sta compromettendo le aspettative dei cittadini e il futuro di Scicli.
È preoccupante rilevare come la giunta sia composta nella sua quasi complessità da tecnici, spesso scelti senza un adeguato confronto politico. Questo approccio ha portato a una gestione distante dalle reali esigenze della cittadinanza e ha escluso le forze politiche che hanno contribuito al successo elettorale del sindaco. La politica non può essere relegata ai margini: è attraverso il dibattito e la partecipazione che si costruisce il bene comune. Il prossimo banco di prova è l’imminente stagione estiva: l’amministrazione comunale dica pubblicamente come ha speso negli ultimi 3 anni oltre un milione di euro di imposta di soggiorno-che ricordiamo è una imposta di scopo per finalità turistiche- e chiarisca perché da tre anni a questa parte il Comune di Scicli è privo di una programmazione culturale di ampio respiro, mentre tutti gli altri comuni della provincia e del Sud-est veleggiano. Insomma una presa di posizione che di fatto mette il sindaco in una posizione non certo comoda con i numeri che in consiglio non gli danno ragione. A questi 5 consiglieri infatti si aggiunge anche la distanza presa dal vice-presidente del consiglio Andrea Di Benedetto
