I rifiuti iblei spediti in Calabria. Questa l’unica soluzione possibile comunicata dal sindaco di Ragusa, Peppe Cassì, che annuncia un lento ritorno alla normalità a partire già da oggi.
La Calabria quindi come luogo di conferimento fuori regione pur di tamponare l’emergenza rifiuti che stava esasperando cittadini e commercianti per non parlare dei rischi a livello di sicurezza sanitaria. Quanto ci costerà spedire i rifiuti in terra calabra ancora non è chiaro ma c’è già chi prevede costi più che raddoppiati che si spera siano a carico della regione.
Intanto sempre Cassì sembra dirsi ottimista parlando di spiragli positivi grazie all’avvio della procedura di evacuazione dei rifiuti provvisoriamente abbancati nei Centri comunali di raccolta della città, e già dalla notte passata è stato attivato un servizio straordinario di pulizia della città.
Da questa mattina riprende quindi, gradualmente, anche la raccolta del rifiuto indifferenziato, anche se il servizio potrà risultare rallentato ed incompleto al termine della giornata. Nel giro di qualche giorno la situazione dovrebbe tornare alla normalità, assicura Cassì.
Sarà data priorità a: strutture ospedaliere e sanitarie, rsa, strutture ricettive, strutture ristorative, aree turistiche, servizio di raccolta pannolini e pannoloni. Si raccomanda ancora – comunica il presidente dell’SRR – di attenersi scrupolosamente alle regole della raccolta differenziata, che la maggior parte dei ragusani ha recepito e rispettato anche in queste giornate di emergenza, consentendo alla città di evitare le situazioni drammatiche di altri centri abitati siciliani”.
Ma se Cassì punta all’ottimismo c’è invece chi parla di un danno economico considerevole dovuto ad anni di immobilismo politico. E’ il caso del deputato ibleo, Nello Dipasquale, nella veste anche di ex sindaco di Ragusa che più di una volta ha ricordato d’aver lasciato in eredità un progetto per l’ampliamento della discarica ragusana.
“alla fine, è successo ciò che avevo detto – commenta Dipasquale – senza nuovi impianti di smaltimento dei rifiuti saremo costretti a mandare l’immondizia fuori dall’Isola a costi anche cinque volte superiori. Il Governo Regionale non è stato in grado di pianificare e, in alcuni casi, di imporre ai Comuni l’individuazione di aree per nuovi impianti – continua Dipasquale – e ora l’unica strada possibile, in piena estate e a un passo dall’emergenza sanitaria, è quella di esportare immondizia, in Calabria, in una delle regioni d’Italia dove il costo del conferimento in discarica è maggiore. Dalle 130euro a tonnellata in media per conferire in Sicilia, potremmo arrivare anche ai 500euro a tonnellata. Non riesco a comprendere – afferma ancora il parlamentare ibleo – come qualcuno possa riuscire a usare addirittura toni entusiasti. I cittadini non si faranno prendere in giro perché hanno già capito che questa situazione non è momentanea, ma durerà anni, almeno fino a quando non si potrà tornare a conferire in Sicilia. “Il Governo regionale e le comunità locali- conclude Dipasquale – per quattro anni e mezzo, hanno evitato di programmare e assumere decisioni anche impopolari ed ora ci tocca strapagare per questo immobilismo.
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