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Modica Scicli, rassicurazioni che non rassicurano

Tranquilli, ci penso io. Il problema è, però, il seguente. Dove vai a pensarci, così veniamo anche noi?

Il parlamentare regionale Ignazio Abbate, a proposito della Modica Scicli, assicura: “si farà e la Regione farà la sua parte”.

“Questa, come altre opere, circa una ventina, in Sicilia risultavano coperte parzialmente da finanziamento e non ancora appaltate. – spiega ancora il parlamentare Ars –

Ciò significa che dal momento in cui erano state finanziate al momento in cui sarebbero dovute andare in gara, l’aumento dei costi delle materie prime ha reso quei finanziamenti insufficienti.

Per cui sono stati ritirati tutti i fondi per procedere ad una rimodulazione delle somme alla luce di questi aumenti. Limitatamente al tratto in questione, Modica – Scicli, si parla di un aumento pari a circa 100 milioni di euro. Se dopo la rimodulazione, la cifra destinata all’opera sarà ancora inferiore, la Regione è pronta ad attingere al Fondo di Sviluppo e Coesione per colmare la differenza e mandarla finalmente in gara.

La priorità di questo Governo, come ha ribadito il Presidente Schifani all’apertura dello svincolo di Modica, è quello di portare a termine opere di interesse strategico così elevato. E vado anche oltre, dicendo che aggiungeremo nel programma delle opere strategiche anche la bretella Bugilfezza – S.Giovanni lo Pirato, strada di collegamento tra i Comuni di Modica e Scicli, importantissima per un accesso più veloce all’autostrada ma anche per smaltire il traffico veicolare che insiste sull’asse Polocommerciale”.

Bello, bellissimo.

Ma gli rispondo, a stretto giro di posta, gli esponenti Cinque Stelle, Campo e Piccitto.

“Nel silenzio totale dei deputati del centro destra di governo, sulla Siracusa-Gela si leva la voce di Ignazio Abbate, secondo cui, con una rimodulazione di tutti i fondi già disponibili per la Sicilia, il tratto Modica-Scicli dell’infrastruttura non sarebbe in pericolo e potrebbe essere realizzato (ma solo se le somme necessarie non superano i 100 milioni, non un milione in più altrimenti non è dato sapere cosa succederebbe). Peccato che Abbate fornisca una spiegazione assai parziale della vicenda che non ci rassicura per niente sul reale completamento dell’opera”.

“Rimodulare i fondi significa, solo per fare un esempio concreto, che se erano previste opere in Sicilia per un costo complessivo di un miliardo di euro, e con il caro materiali adesso servono 2 miliardi per realizzarle, la metà delle opere si dovranno tagliare e non verranno realizzate almeno fino a quando non arriveranno nuovi fondi disponibili. La verità, infatti è che, come conferma lo stesso Abbate, non ci sono fondi aggiuntivi ed evidentemente per lui è normale che dal governo nazionale non si provveda in tal senso, come se il caro materiali fosse una problematica soltanto siciliana.

Secondo Abbate il nostro territorio, come ogni volta, dovrà aspettare l’esito di trattative tra i vari deputati di maggioranza e vedere quali saranno le opere che sopravviveranno alla mannaia e quali no. Abbate, anziché fornire promesse e rassicurazioni che non hanno basi concrete, ci fornisca uno specchietto preciso delle risorse per le opere che in Sicilia verranno realizzate secondo questa rimodulazione e dica quindi chiaramente anche quali saranno le opere che non saranno realizzate.

E’ abbastanza grottesco il fatto che parli lui, che è un semplice deputato di maggioranza, e non l’assessore Aricò. Perché non ci sono dichiarazioni in tal senso da parte del governo regionale e perché il bando fino a Scicli non è stato fatto e non c’è nessun progetto esecutivo fino a Gela? Tutti interrogativi che il governo regionale dovrebbe fornire, mentre i deputati nazionali del territorio, per quanto di loro competenza, restano inermi mentre il governo nazionale destina i fondi dell’opera verso un ponte, sempre più cattedrale nel deserto di una Sicilia senza strade. La maggioranza si prenda la responsabilità delle proprie scelte, e non prenda in giro i cittadini di questa provincia che già da troppi anni subiscono e sopportano pazientemente l’incapacità dei vari governi regionali che si sono succeduti”.

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