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Cultura

 Oltre 40 anni di legge speciale su Ibla

Oltre 40 anni di legge speciale su Ibla, oltre 40 anni di progetti, idee, azioni, interventi destinati alla riqualificazione del quartiere barocco e di parte del centro storico di Ragusa Superiore. Palazzi antichi, edifici pubblici, ma anche attività commerciali che si sono ristrutturate al proprio interno, hanno potuto beneficiare dei contributi della legge speciale n. 61 del 1981 approvata allora dall’Assemblea Regionale Siciliana su proposta dell’on. Giorgio Chessari.

Un focus sulla normativa speciale, in Sicilia di simile c’è la legge speciale su Ortigia, è stato svolto dall’associazione “San Bartolomeo – Sistemi Culturali” che venerdì scorso ha voluto promuovere un momento di confronto anche per riaprire il dibattito sulla normativa regionale che negli ultimi anni sconta purtroppo un minore finanziamento dalle casse regionali. Dal 1981 ad oggi, come è stato ribadito dai presenti, Ragusa Ibla e parte di Ragusa Superiore sono profondamente cambiate grazie ad un investimento finanziario di quasi 120 milioni di euro. Un centro storico totalmente riqualificato seguendo la scelta di interventi mirati e funzionali, che hanno permesso ai cittadini di tornare a fruire di queste aree urbane nel migliore dei modi, fino al momento più importante, 20 anni fa esatti, quando questi siti divennero patrimonio dell’Umanità. Un’analisi dettagliata, quella svolta anche grazie alla presentazione della tesi di laurea dedicata proprio alla legge, realizzata dal dott. Emilio Dipasquale. Tanto è stato fatto, tanto resta da fare ma ci si augura che l’eredità della legge speciale possa essere presa in mano dalla nuova classe politica. La giornata di approfondimento si è poi conclusa con la consegna della tessera di socio onorario proprio all’on. Giorgio Chessari e con la presentazione della statua di San Bartolomeo recentemente restaurata grazie ai fondi della Banca Agricola Popolare di Ragusa e del Club Rotary Hybla Herea a cui rappresentanti sono state consegnate targhe di ringraziamento.
“Anche il recupero funzionale di questa chiesa di San Bartolomeo è arrivato grazie alla legge su Ibla – ha spiegato in apertura Giovanni Gurrieri, direttore di San Bartolomeo – Sistemi Culturali – La nostra associazione ha svolto attività culturali in parte del 2018 e tutto il 2019, poi ci siamo dovuti fermare per la pandemia. Adesso siamo ripartiti con vari eventi ma anche tantissimi sforzi, pronti a dare un nuovo contributo culturale alla collettività. Piccole azioni che, giorno dopo giorno, coinvolgeranno giovani, altre associazioni, organizzazioni per continuare ad far sistema nel nome della cultura. E anche per tutto questo ringraziamo il padre putativo della legge su Ibla, l’on. Giorgio Chessari, che con la sua visione ha permesso di rilanciare la città di Ragusa”.
Un’idea, quella della salvaguardia e della conservazione di Ragusa e di Ibla, nata dalla necessità di dover prevedere interventi straordinari che non potevano trovare spazio nei normali bilanci del Comune. “Una facile intuizione che però si scontrava con la necessità di trovare adeguate risorse – ha spiegato l’on. Chessari – e ai tempi l’iniziativa fu oggetto di tante discussioni e dibattiti anche nella nostra città, ma grazie alla collaborazione di tutti siamo riusciti a far approvare la norma che in tanti hanno poi cercato di replicare. Nei fatti la legge su Ibla è nata dai cittadini stessi perché sono stati loro a dare la forza di andare avanti dopo tantissimi incontri e confronti. Quando si affrontano i problemi reali della città, si fa del bene a tutta la comunità.
Per il dott. Carmelo Arezzo, vicepresidente della Bapr, “vedere questa splendida chiesetta tornare a nuova vita è davvero emozionante. Considerando che lo sviluppo sostenibile è di fondamentale importanza per tutto il nostro Paese, dobbiamo mettere ancora più conoscenza e valorizzazione in campo per le sfide future. La nostra banca è al fianco di questi progetti, San Bartolomeo ne è un esempio”.  Le fasi di recupero della chiesetta sono state presentate in un’esposizione tecnica e fotografica curata dall’ingegnere Marco Galifi, dall’architetto Emanuele Leggio, dall’ingegnere Giulia Brugaletta e dall’ingegnere Alberto Dipasquale. E sul recupero della statua lignea cinquecentesca di San Bartolomeo ha parlato invece il dott. Andrea Ottaviano: “Non tutti conoscono la storia di San Bartolomeo e grazie a questi giovani dell’associazione, a Giovanni Gurrieri, la storia è stata salvata ed il futuro è tutto da scrivere. Sono felice di ritrovare la statua di San Bartolomeo al suo posto, dopo 100 anni, e sono ancora più felice di lasciare il testimone a questo gruppo di ragazzi. San Bartolomeo ritorna ad essere al centro di Ragusa Ibla”. Un passaggio di consegne che proietta “San Bartolomeo – Sistemi Culturali” come punto di riferimento per il quartiere stesso e per il resto della città.

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