Terza provincia siciliana, dopo Messina e Palermo, e 45esima in Italia, ma in una classifica che di positivo ha ben poco.
Questi i dati relativi al Comune di Ragusa, per ciò che riguarda la lotta all’evasione/elusione fiscale, consegnata dall’ufficio studi della Cgia di Mestre.
Nel 2022, infatti, lo Stato ha erogato al Comune, quale contributo per la partecipazione all’attività di accertamento fiscale, la bellezza di 318 euro; il che significa, visto che ai Comuni, per le segnalazioni qualificate inviate all’Agenzia delle Entrate rispetto al recupero di imposte, va il 50% dell’imposta recuperata, che il Comune Capoluogo ha “segnalato” 618 euro, totali, in un anno. Alla faccia.
Sempre meglio del 2016, chiuso con 0 euro incassati, e peggio del 2019 e del 2020, quando il Comune incassò comunque un misero obolo di 693 euro.
Non che negli altri comuni, in Italia, vada meglio: però, ad esempio, Genova, nel 2022, leader della classifica italiana, ha incassato quasi 1 mln di euro.
Attenzione: qui non si tratta di comuni grandi o piccoli, ma di controlli capillari. Questi gli ambiti d’intervento: urbanistica e territorio (abusi edilizi), proprietà edilizie e patrimonio immobiliare, residenze fittizie all’estero, disponibilità di beni indicativi di capacità contributiva, commercio e professioni. Tutti ambiti su cui, in un modo o nell’altro, incidono i tributi locali. Insomma, un mondo; che, non certo solo per il Comune di Ragusa, è totalmente sconosciuto.
E poi ci lamentiamo che mancano i soldi.
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