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Modica. Stalking. Domiciliari per un 23enne e un 51enne

Il personale del Commissariato di P.S. di Modica, ha dato esecuzione ad un’ordinanza cautelare che ha imposto gli arresti domiciliari ad un modicano di cinquantuno anni, accusato di aver posto in essere atti persecutori nei confronti di una donna, violando anche la misura, già gravante sullo stesso, del divieto di avvicinamento e di comunicazione con la persona offesa.

La donna aveva già sporto denuncia per minacce e per le avances non ricambiate ricevute tramite i social.

Tale situazione aveva costretto la vittima a cambiare abitudini di vita ed a presentare altre denunce per il reiterarsi delle attenzioni morbose del cinquantunenne il quale non aveva esitato a pedinarla ed importunarla in più episodi, alcuni dei quali, anche innanzi ad altre persone.

Gli Agenti del Commissariato in ragione di ciò avevano avviato mirate attività di indagine a seguito di cui l’Autorità Giudiziaria aveva emesso la misura cautelare del divieto di avvicinamento.
Il suddetto divieto di avvicinamento però non ha fermato l’uomo che ha continuato reiteratamente a pedinare ed a minacciare la donna.

Sempre gli agenti del Commissariato, hanno dato esecuzione all’ordinanza impositiva degli arresti domiciliari a carico di un giovane di 23 anni residente a Modica, quale aggravamento della misura in atto del divieto di avvicinamento alla persona offesa.

L’ordinanza custodiale fa seguito all’arresto in flagranza del ragazzo che era stato eseguito qualche giorno prima  in modalità differita come previsto dalla legge per chi viola la misura del divieto di avvicinamento nell’ambito del reato di stalking ex art. 387 bis c.p.

In quel caso, infatti, gli agenti della Polizia di Stato di Modica hanno applicato la normativa specifica, ossia le legge n. 168 del 24 novembre 2023, recante disposizioni per il contrasto della violenza sulle donne e della violenza domestica, che consente alle forze dell’ordine di procedere  – entro le 48 ore dal fatto reato – all’arresto di colui che, sulla base di videoriprese e/o documenti informatici ricavabili anche da dispositivi elettronici quali smartphone e tablet, è riconosciuto autore della violazione del divieto di avvicinamento e comunicazione con la vittima del reato.

Ed invero, l’uomo, nonostante la misura afflittiva a suo carico, aveva continuato a pedinare la propria ex, monitorandone gli spostamenti e fotografandone il veicolo in più luoghi della città.

Quanto raccolto veniva poi veicolato alla donna mediante profilo social con minacce ed insulti.

Acquisiti nell’immediatezza la denuncia della persona offesa e il materiale informatico prova delle reiterate condotte di stalking, i poliziotti si ponevano alla ricerca del persecutore e lo traevano in arresto in flagranza differita.

Alla udienza di convalida, veniva valutato positivamente l’operato degli agenti, e nell’ambito del procedimento penale già instaurato a carico del reo, la Procura della Repubblica di Ragusa richiedeva ed otteneva, quale aggravamento, la misura cautelare degli arresti domiciliari.

Per ulteriormente rafforzare la tutela della persona offesa, nella medesima ordinanza, il G.I.P. disponeva l’applicazione del braccialetto elettronico all’indagato, oltre al consueto divieto di comunicare, anche via sociale, con la vittima del reato.

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