Per parlare di cargo a Comiso, il convegno lo facciamo a Catania.
E’ questa la scelta, invero un pò originale, per l’evento in programma martedì alle 10,30, nella sede della Camera di Commercio del Sud Est Sicilia, nel capouogo etneo.
Al centro, l’analisi delle potenzialità di sviluppo dei flussi di merci dell’area Sud Est Sicilia nella prospettiva di un vettore cargo, organizzato dall’Università di Catania e, appunto, dalla Camera di Commercio.
L’evento, aggiunge la nota, sarà un’importante occasione di confronto sugli sviluppi futuri della rete aeroportuale, illustrando anche il progetto di realizzazione dell’area Cargo nello scalo di Comiso e i vantaggi dell’opera per la filiera dell’export del territorio siciliano.
Insomma, tutto molto bello e interessante. Quindi, la domanda iniziale. Perchè Catania e non Comiso? Perchè non rendere partecipe un territorio, quale quello ibleo, nei confronti di un’infrastruttura centrale per il futuro economico e non solo dell’area provinciale? Peraltro, non parliamo di flussi di passeggeri, ma di cargo, appunto. Non sarebbe stata una buona occasione magari per presentare, in presa diretta, gli interventi previsti? Per illustrare, dal vivo, i dettagli di un’operazione sicuramente interessante ma che, al di là delle carte, sarebbe utile vedere nei fatti? Ma soprattutto, perchè non dare il giusto risalto, per una volta, ad un’infrastruttura che qui, in provincia di Ragusa, deve nascere e crescere? Sicuramente ci saranno motivazioni tecniche, logistiche o di altra natura.
Ma permetteteci una battuta. Sarebbe come se, per parlare di una strada, un monumento, un restyling architettonico, un’opera pubblica di grande livello, da realizzare in Sicilia o in Italia, ci fossimo incontrati a Berlino.
Come Peppino e Totò del famoso film. Sì, Totò, a proposito. Proprio quello che, in un altro film, vendeva la fontana di Trevi. Ovviamente, in loco. Sennò, chi se la compra?
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