“Noi di Italia Viva facciamo una riflessione di ordine politico rispetto alla bontà e rispetto alla grande rilevanza detenuta dall’adozione di un Piano regolatore generale visto che si tratta di uno degli atti più importanti e più determinanti che un’amministrazione può compiere. La legge permette al sindaco, attraverso questo strumento, di modificare porzioni del territorio che si rendono anacronistiche rispetto alle esigenze economiche e sociali della città e quindi modificarle prefigurando la città che si vorrebbe. Si fanno delle scelte necessarie non solo per il presente ma anche e soprattutto per il futuro. Quello che non ci ha convinto, non volendo entrare nelle valutazioni di merito di quest’atto, sono le determinazioni legate al metodo”.
E’ il coordinatore cittadino dei renziani di Ragusa, Filippo Angelica, a chiarirlo, scendendo quindi nel dettaglio gli elementi di questa sua riflessione. “Grazie al Prg – sottolinea Angelica – si riesce ad attuare una parte importante del programma elettorale che hai presentato ai cittadini. Uno strumento che di certo ti aiuta, uno strumento che identifica l’azione amministrativa, un atto che, proprio per questo, detiene una speciale pregnanza politica. E tutto ciò non può non essere accolto come un fatto positivo. Ma la questione, adesso, è che l’attuale Prg, quello che è stato votato l’altro giorno, non è più il Prg dell’amministrazione Cassì, non è più il Prg, bene o male, voluto da questo sindaco. Ma è il frutto di una “mercificazione politica” e, quindi, non può essere il Prg della città che voleva Cassì. Quindi, la mediazione intervenuta fa pagare sicuramente questo prezzo ai cittadini. Di certo il sindaco si è trovato dinanzi ad una maggioranza numerica diversa rispetto a quello che è il suo dato elettorale di riferimento, vuoi perché ci sono state delle incompatibilità, vuoi per altre motivazioni che non sto qui ad affrontare. Quindi, il sindaco ha ritenuto di aprire e di mediare sulle scelte del Prg, dialogando con l’opposizione. A nostro parere, dal punto di vista politico, diciamo che è giusto dire che il 65% dei votanti ragusani non ti ha preferito per fare un accordo con Calabrese, con il Pd, ma non perché, attenzione, siano “cattivi”, ma perché altrimenti non avrebbe senso la diversificazione dell’azione politica visto che un anno fa il dem Calabrese la pensava diametralmente all’opposto rispetto a quello che diceva Cassì. Il quale è stato premiato dall’elettorato che non si aspetta che su un atto così importante possa esserci una condivisione. Quindi, non è stato più il Prg di Cassì, non è stato più il Prg di Direzione Ragusa ma è emerso uno strumento urbanistico mediato con le opposizioni che hanno un’altra idea completamente”.
“Sia chiaro che, rispetto a quanto accaduto – continua Angelica – l’opposizione ha avuto un ruolo politico da 10 e lode perché ha fatto quello che è giusto fare, cioè convincere chi amministra che certe scelte sono sbagliate e allora ti invito io a compierne altre. Quindi, non grido al consociativismo, ci mancherebbe, però dico che non è più il Prg politico del sindaco. In più, ancora oggi, un po’ alla viva il parroco, ci vengono a raccontare di un Prg condiviso. Ma non credo sia così. Perché la condivisione sarebbe stata altra cosa. Ci sarebbe voluto un atteggiamento un po’ più politico del sindaco nel dire: “Signori, io ho vinto le elezioni con il 65% dei votanti e questa è l’idea che io oggi ho della città. Non ho i numeri in consiglio, ma se volete votare questo Prg sappiate che, ovviamente, va bene, altrimenti assumetevi la responsabilità che impedendomi di attuare il Prg non fate un danno a me ma alla città perché la stessa rimarrà ingessata in quelle porzioni del territorio che ormai sono diventate anacronistiche”. Stiamo parlando di un dato politico, ovviamente, e, da questo punto di vista, ritengo che l’atteggiamento del Pd sia stato magistrale. E, per certi versi, è anche incomprensibile quello che è accaduto, visto e considerato che il sindaco, animato legittimamente dallo spirito del civismo, aveva affermato che si sarebbe voluto smarcare dai partiti, come poi in effetti ha fatto. Mentre, adesso, risulta che ha votato il Prg assieme al Pd. Qualcosa non quadra”.
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