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Santa Croce Camerina. I consiglieri di minoranza abbandonano l’aula per protesta: “Lesa la dignità del nostro ruolo e di tre quarti dei santacrocesi”

“In queste settimane concesse all’Amministrazione comunale, affinché potesse lavorare e occuparsi finalmente dei problemi di Santa Croce, non abbiamo notato alcun passo avanti sotto il profilo della programmazione e dell’azione. Ma solo un atteggiamento lesivo nei confronti della dignità del Consiglio comunale, delle opposizioni e di tutti i cittadini che da esse si sentono rappresentate”. Lo affermano in una nota i consiglieri comunali di ‘Insieme per Santa Croce’, Gaetano Riva, Alessio Mandarà, Eva Fidone e Piero Mandarà, che questa sera, prima di entrare nella trattazione dei punti all’ordine del giorno, hanno abbandonato l’aula in segno di protesta. 

“L’Amministrazione e la maggioranza, dopo aver ignorato platealmente e con giustificazioni imbarazzanti le proposte e le sollecitazioni giunte dalla minoranza (a partire dalle mozioni utili alla collettività), negli ultimi tempi sono passati alla “fase due”: il mancato coinvolgimento dei sottoscritti in tutti gli atti di pertinenza del Consiglio comunale. Il maggiore responsabile di questa deriva antidemocratica – aggiungono i quattro consiglieri – è senz’altro il presidente del civico consesso, Luca Agnello, che non sembra avere alcuna intenzione di assolvere ai propri compiti di garante super partes e, piuttosto, appare impegnato in un’operazione di screditamento politico, come evidenziato nel penultimo dibattito d’aula e dal successivo comunicato del gruppo ‘Cambia Verso’, ispirato al suo discorso”. 

“Ricordiamo ad Agnello, sempre così attento alla forma, che spetta al presidente del Consiglio il coinvolgimento di tutti i consiglieri e la tutela delle singole posizioni politiche, comprese quelle a lui sgradite. Al contrario, ignorando i buoni propositi mostrati nel giorno dell’insediamento, il presidente ha già calpestato le prerogative della minoranza. In occasione dell’ultimo Consiglio comunale, infatti, ha evitato scientemente la convocazione della conferenza dei capigruppo, giustificandosi dietro il pressing dell’Amministrazione di fare in fretta; e ha assecondato alla trattazione di alcuni punti all’ordine del giorno, come le variazioni di Bilancio o l’approvazione di quattro diversi regolamenti, che invece risultano di pertinenza del Consiglio e sui quali sarebbe stato auspicabile un confronto preventivo tra le parti. Il fatto che il sindaco Dimartino possa contare su una maggioranza bastevole in termini numerici, non significa poter ridurre il Consiglio comunale a un organo di ratifica delle decisioni prese dalla giunta (come avvenuto con l’aumento della Tari, annunciato sui social senza prima di discuterne in aula). Questo è umiliante per la democrazia. Così come è umiliante non fare chiarezza sui temi legati alla trasparenza e alla legalità, che attanagliano questa Amministrazione fin dal primo giorno”.

“Da parte di un sindaco e di una squadra assessoriale costituita per buona parte da neofiti, ci saremmo aspettati, almeno, un briciolo di sensibilità istituzionale e apertura al dialogo. Ma siamo rimasti fortemente delusi”, affermano i consiglieri di Insieme per Santa Croce. Che poi passano al contrattacco: “In una delle esternazioni più recenti, i rappresentanti di ‘Cambia Verso’ hanno chiesto più rispetto per l’esito elettorale del 12 giugno scorso. Hanno perfettamente ragione, ma dovrebbero essere i primi a rispettare l’esito di una consultazione elettorale che, a fronte della percentuale ottenuta dal sindaco Dimartino, parla di una frammentazione politica evidente, con il voto ‘disperso’ tra cinque diversi candidati. Per riunire il paese – cosa che il primo cittadino sosteneva di voler fare – non si può governare a colpi di maggioranza o atteggiandosi da bulli. Santa Croce merita rispetto in tutte le sue componenti, civiche e politiche. La decisione di abbandonare l’aula, oggi, ci ferisce e ci mortifica. Ma è l’unico modo, di fronte all’opinione pubblica, per denunciare un vulnus democratico grave e reiterato. Privare il 75% dei cittadini santacrocesi di voci critiche e posizioni alternative a quelle della maggioranza, è insopportabile e anche un po’ fascista”.

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