“Il sistema socio-sanitario nell’isola, e anche in provincia di Ragusa dunque, è ad un passo dal crollo e questo è l’ultimo momento possibile per scongiurare che tutto salti, compromettendo il welfare e la coesione sociale: il nostro, come Confcooperative, dopo avere lanciato l’allarme a livello siciliano assieme a Legacoop, non è soltanto un appello.
E’, piuttosto, la disperata richiesta di aiuto di decine di migliaia di persone, tra famiglie che usufruiscono dei servizi, enti cooperativi, addetti”. Lo afferma il presidente territoriale Confcooperative Ragusa, Luca Campisi, che supporta la denuncia formulata in queste ore a livello isolano da Confcooperative Sicilia.
“Se il banco salta – ancora Campisi – in questo caso perdono irrimediabilmente tutti, a partire dai cittadini più fragili. L’ultima speranza è riposta nelle decisioni che il governo siciliano ed ancor più l’Ars assumeranno nell’ambito della Manovra Schifani.
Le preoccupazioni riguardano la fondata impressione che nel contesto dei 400 milioni di euro da utilizzare non si stia tenendo conto di un ambito così importante e delicato, vitale in realtà, come quello dei servizi socio-sanitari e assistenziali.
Il nostro sistema oggi è ad altissimo rischio a causa del mancato adeguamento, da parte delle istituzioni pubbliche affidatarie dei servizi, sia nel caso di affidamento mediante gara d’appalto che in quello convenzionale o in regime di accreditamento, dell’avvenuto aumento del costo del lavoro, a seguito del rinnovo del Ccnl dei lavoratori delle cooperative sociali dello scorso marzo.
Per l’anno 2024, il Ccnl cooperative sociali prevede un aumento della retribuzione minima mensile a regime pari al 6,31%, mentre, per l’anno 2025, il Ccnl coop. sociali, prevede un ulteriore aumento della retribuzione minima mensile pari al 6,73% rispetto a quello dell’anno 2024. In definitiva, a regime, l’intero rinnovo determinerà un aumento complessivo pari a circa il 12% finalizzato alla valorizzazione del lavoro svolto nella cooperazione sociale da migliaia di addetti ad elevata professionalità”.
Confcooperative ha chiesto, assieme a Legacoop, un decreto straordinario che preveda una copertura dell’aumento percentuale del costo del lavoro, conseguente al rinnovo del Ccnl cooperative sociali per dare ai Comuni, spesso in difficoltà finanziaria, la possibilità di erogare i servizi alle fasce più disagiate e bisognose della popolazione. Occorre, inoltre, l’immediato adeguamento delle rette regionali rimaste ferme agli schemi del Dprs del 4 giugno 1996, che non rispecchiano il carovita attuale, nonché l’adeguamento al costo effettivo del lavoro previsto dalle tabelle del Contratto collettivo nazionale di lavoro delle cooperative sociali. Confcooperative e Legacoop hanno posto più volte il tema dell’urgenza di rivedere i prezzi dei servizi socioassistenziali erogati in Sicilia, per conto di istituzioni regionali, enti locali e distretti sociosanitari. Gli aumenti del costo del lavoro sono già scattati a febbraio e ottobre 2024 e proseguiranno nel 2025 e 2026.
La preoccupazione è altissima, a rischio c’è la stessa tenuta delle tantissime cooperative sociali che oggi, anche in provincia di Ragusa, garantiscono con il loro senso di responsabilità l’erogazione di servizi a migliaia di soggetti fragili che rimarrebbero altrimenti abbandonati a loro stessi.
“Opportuno poi – precisa ancora il presidente Campisi – tenuto conto delle modifiche che hanno interessato nel corso degli anni lo svolgimento di molti servizi socio assistenziali, un restyling della legge 22/86, dei relativi standard e quindi dei modelli di convenzione.
Fondamentale anche la predisposizione di schemi tipo di convenzione per tutti quei servizi non previsti, all’epoca della stesura della suddetta legge, ne sono un esempio i servizi svolti nelle case di accoglienza per gestanti e donne con figli.
Sono ormai inadeguate anche le linee guida per le funzioni degli Asacom, che prevedono che l’Amministrazione regionale riconosca alle Città metropolitane e ai Liberi consorzi comunali un costo orario non superiore a euro 21,00 (Iva inclusa) (costo standard) mentre per la sostenibilità del servizio non si può pensare ad importi inferiori a 24 euro oltre l’Iva”.
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