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La guerra in Ucraina ricade sul lavoro. A rischio il cantiere Siracusa/Gela

Gli effetti della Guerra in Ucraina stanno  producendo ricadute molto preoccupanti sul lavoro e il già lento e difficile prosieguo dei cantieri delle opere pubbliche.

Un allarme considerevole per il territorio ragusano riguarda, ancora una volta,  il cantiere della Siracusa – Gela proprio nell’ultima fase di lavori per il completamento del lotto Ispica/Pozzallo –  Modica.  Il  2021 è stato superato con moltissime difficoltà  a causa dell’aumento del prezzo di alcune materie prime fondamentali come il ferro, il cemento e il carburante.

L’intervento della mano pubblica ha elargito ristori economici all’impresa attuatrice per un importo pari a 5,5 mln di euro, secondo quanto previsto dai decreti. Questi aiuti nel 2021 sono stati calcolati  in considerazione di una media ponderata tra le varie percentuali di aumenti delle diverse materie prime.

Alla crisi dei prezzi e alle difficoltà di reperimento delle materie prime si aggiunge il ritardo dei pagamenti dei S.A.L. Su questi S.A.L. devono essere pagati le somme aggiuntive per  gli  aumenti anteriormente aggravati nel 2022  da quando è in corso la guerra in Ucraina. 

Ad oggi mancano i pagamenti per i mesi di gennaio -febbraio  2022 e gli ulteriori stadi di avanzamento fino ad ora, compresi le somme aggiuntive per gli aumenti dei costi di produzione.  Occorre quindi che il CAS e il Governo regionale compiano ogni sforzo possibile per accelerare i tempi di pagamento, al fine di evitare il blocco dei cantieri, l’ulteriore slittamento dei tempi di completamento del lotto e per  scongiurare pesanti   ricadute sui livelli occupazionali.

Il problema riguarda l’intero comparto delle costruzioni  pubbliche e quindi occorre  l’intervento dello Stato per far fronte all’adeguamento dei prezzi nelle gare  assegnate negli ultimi anni e che sono ora in esecuzione. C’è poi il tema delle risorse del PNRR per la realizzazione e il completamento  delle opere pubbliche progettate secondo piani economici oggi non più sostenibili.

Il rischio potrebbe essere rappresentato dalla diserzione dalle gare dei soggetti più solidi e strutturati lasciando campo libero ad imprese che sosterranno gli aumenti dei costi di produzione attraverso la compressione dei diritti, dei salari a discapito della sicurezza sul lavoro. Occorre evitare tutto ciò, ed è necessario altresì vigilare sugli aumenti dei prezzi in generale, al fine di reprimere le speculazioni che in tante realtà si sono già verificate. Serve andare avanti nella costruzione delle opere infrastrutturali ed alzare la guardia a 360 gradi affinché, nonostante gli interventi pubblici, il prezzo di questa ulteriore fase di crisi non ricada su chi lavora, rimettendoci soldi e diritti. La CGIL a tutti i livelli è impegnata nel seguire gli sviluppi quotidiani di questa crisi rafforzando il proprio rapporto con le lavoratrici e i lavoratori nei luoghi di lavoro di tutti i settori produttivi, e per questo faremo una grande assemblea dei delegati e dei quadri a Ragusa con tutte le categorie per un confronto con la segreteria nazionale sui temi attuali di questa crisi, partendo dall’opposizione alla guerra, per analizzare gli effetti e le ripercussioni sul territorio e per aprire un confronto sulle prospettive future della provincia di Ragusa.

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