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“No docenti di sostegno a scelta, stabilizzare precari”

“Siamo contrari al provvedimento varato dal Governo che dà la possibilità di confermare i docenti di sostegno precari su richiesta delle famiglie e previo parere del dirigente, a rischio la legittimità delle procedure di assegnazione delle supplenze”. Lo dicono in una nota Adriano Rizza e Fabio Cirino, rispettivamente segretario generale e segretario regionale della Flc Cgil Sicilia commentando l’articolo 16 del Disegno di legge Semplificazioni approvato dal Consiglio dei ministri il 26 marzo scorso.

“Un provvedimento incostituzionale, demagogico e inadeguato – aggiungono – che si potrà applicare anche ai docenti privi di specializzazione dove in un contesto come quello siciliano, praticamente il 50% dei posti di sostegno, esattamente 13.923 su 27.877, sono in deroga, ovvero assegnati con supplenze a tempo determinato, sarebbe violata la trasparenza ed il meccanismo delle graduatorie esistenti, ridurrebbe il profilo dell’insegnante alle dipendenze della “volontà ” dell’utente che potrebbe scegliere il docente oggi di sostegno e domani, chissà, il docente di italiano o di matematica”.

“Il provvedimento legislativo, tra l’altro – continuano Rizza e Cirino – non considera i docenti di ruolo che ogni anno vengono assegnati attraverso le procedure di utilizzazione e assegnazione provvisoria. Per loro continuerebbero a valere le vigenti regole contrattuali e quindi le graduatorie determinate dalle procedure di mobilità annuale”.

“La continuità didattica – aggiungono – si garantisce attraverso la stabilizzazione di tutto il contingente dei posti in deroga, che in Sicilia supera quello dei posti a tempo indeterminato. È questa la vergogna da sanare, bisogna garantire la stabilità dei docenti precari che ogni anno ricoprono posti in deroga che andrebbero trasformati in posti stabili a tempo indeterminato. Ed è solo in questo modo che si garantisce la continuità didattica agli studenti con disabilità che invece ogni anno sono costretti a cambiare docente di sostegno”.

“Invece di utilizzare il sistema di istruzione per scopi propagandistici – aggiungono – ed emanare, quotidianamente, provvedimenti anacronistici e fuori dalla realtà, come il tetto agli alunni stranieri, classi a maggioranza di italiani, chiamate dirette di docenti da confermare “alla carta”, si investa sull’istruzione, garantendo organici stabili, figure di supporto come i mediatori culturali, gli assistenti alla comunicazione e tutto quello di cui ha bisogno un’istruzione di qualità”.

“Ci opporremo in tutte le sedi a questi provvedimenti iniqui e divisivi – concludono Rizza e Cirino – anche con la mobilitazione, se necessario, senza escludere il ricorso alle vie legali qualora il provvedimento non venga radicalmente modificato nell’iter parlamentare di approvazione”.

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